A voi virtuali navigatori dell'Arte, inviamo una nuvola di parole, immagini, un cammino nei sentieri
oscuri e soleggiati, dell'Arte quale non vuole essere testimonianza del mercato, della precarietà
dell'idea, spesso ipotesi senza vera conoscenza, becero intellettualismo che si compiace della
propria capacità di pensiero, ma alla fine si riduce ad un linguaggio senza significato, inerte ed
assente a colui che dovresti illuminare la via. Immagine che è un falso simulacro, senza ragione
d'essere se non la stessa immagine ripetuta e vista sulla strada, allora a che servono i contenitori
d'Arte, ad astrarre dalla realtà un frammento e porla al pubblico dominio e proclamare sé lo
scopritore di una conoscenza.
L'artista dell'Arca dei Folli si declama estraneo al virulente mondo assente, la ricerca è
sofferenza estranea alle elucubrazione mentali di critici, quali usano linguaggio estraneo alla
verità; per creare un codice inesistente di cui loro sono unici sacerdoti, investiti d'un potere
quale ha cancellato l'Arte.
Se l'opera nasce solo per essere musealizzata, in scatole fredde e senz'anima, allora questi edifici
che contengono spoglie, siano cimiteri da obliare. L'Arte non è anima dei pochi sacerdoti sapienti,
sette estranee, che depauperano risorse pubbliche per privati affari, in accordo con i mercanti, che
creano artisti, quali della misticità della ricerca non hanno nessuna familiarità.
Desiderio è che arte sia Fenice, sgombriamo paramenti funebri da edifici pubblici da questi
sacerdoti e dai loro immondi discepoli; coloriamo le pareti con i colori della visione, non della
parola che mortifica immagine. Pittori e scultori imparino la sofferenza del cammino artistico,
l'uso della materia per comunicare, la sapienza che non è una parola da inventarsi per credersi
superiore a chi non riesce a decifrare, il loro non oscuro ma insignificante linguaggio.
– Danilo Tomassetti